L’interesse nei confronti di tali composti è nato dall’osservazione che le donne dei paesi orientali in cui si fa largo uso di alimenti che contengano fitoestrogeni, mostrano un’incidenza molto più bassa rispetto alle donne occidentali di tumori ormono-dipendenti (mammella, endometrio,..), di malattie cardiovascolari, di osteoporosi e di sintomi correlati alla menopausa. Si tratta poi di integratori alimentari, per cui non soggetti ai controlli che spettano ai farmaci veri e propri. Questo non significa che siano da prendere in autonomia, senza consiglio medico.
In Italia solo il 3-4% delle donne utilizza la terapia ormonale sostitutiva (TOS), sia per motivi psicologici, sia per il timore degli effetti indesiderati.
Nel 2002 fu pubblicato su JAMA, una rivista scientifica americana, uno studio condotto su 27.000 donne che evidenziava un incremento dello 0,08% dei tumori alla mammella dopo 5 anni di terapia ormonale sostitutiva. Le pazienti erano in menopausa da anni ed avevano un’età media di 63 anni e tra queste erano incluse fumatrici (ma il fumo è una delle controindicazione alla TOS), ipertese, sovrappeso e che soffrivano di patologie cardiovascolari. Tuttavia nello stesso studio si evidenziava che nelle donne senza utero trattate con la TOS il rischio di tumore al seno tendeva addirittura a ridursi. Eppure una scorretta interpretazione di questo studio associata a pubblicazioni sui media di notizie non sempre coerenti e, a volte, allarmistiche, ha creato notevoli pregiudizi.
In tempi più recenti una ricerca danese condotta su 1.000 donne seguite per bene 16 anni, ha invece dimostrato che la TOS è una cura ideale per il cuore delle donne e può dimezzare il rischio di eventi cardiovascolari avversi, e non porta ad aumentare la probabilità di tumore al seno e tumori all’utero.
Si tratta di una terapia medica vera e propria, che deve essere valutata caso per caso.
Nel momento in cui inizia l’attività di distruzione, si crea una situazione di osteopenia, ovvero un osso povero di calcio, ma ancora solido: il primo passo verso l’osteoporosi, quando la perdita di calcio è così importante che ci esponiamo a rischio frattura anche con traumi di modesta entità.
Sia gli estrogeni, che l’attività fisica, l’alimentazione ricca di calcio, la non eccessiva magrezza sono importanti attivatori degli osteoblasti.
Durante la menopausa è bene fare la cosiddetta MOC, ovvero la mineralometria ossea computerizzata, che ci guiderà, se necessario, ad inserire nella tua vita quotidiana ingredienti che aiutino i costruttori a fare un buon lavoro.
Una visita ginecologica annuale può prevenire alcuni di questi problemi e l’ecografia fornisce informazioni sul tuo stato di salute prima che ci siano i sintomi.
Questo causa la vulvovaginite atrofica, che in alcune donne può essere tanto grave da tradursi in un vero e proprio restringimento dell’orifizio vaginale. La lubrificazione si riduce e i rapporti sessuali diventano fastidiosi o dolorosi e si è più facilmente esposte ad infezioni e infiammazioni.
In commercio esistono creme, a base di estrogeni e non solo, che possono aiutare a ridurre questi fastidi ed evitare complicazioni non risolvibili.
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